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Spotify ti offre playlist create in base al tuo DNA

Collaborazione tra Spotify e AncestryDNA per creare playlist in base al nostro DNA

A chi servono delle impronte digitali unte? Spotify sta collaborando con AncestryDNA, un’azienda di sperimentazioni genetiche, per utilizzare i dati contenuti nella saliva e trasformarli, attraverso processi biometrici, in playlist che derivano dal DNA di un individuo.

Per quelli che hanno l’esigenza di un sound legato alla scienza piuttosto imprecisa della genetica, il laboratorio di ricerca genetica Ancestry ha annunciato una collaborazione con Spotify per creare playlist sulla base di ciò che un campione di saliva dice di noi, insieme ai migliori brani delle culture da cui provenivano i nostri antenati.

Pensiamo all’hip hop della scena undeground inglese, all’heavy metal tedesco, all’elettronica svedese o all’Afrobeat dall’Africa dell’Est.

Vineet Mehra, vice presidente e capo dell’uffico marketing di Ancestry, ha dichiarato che Quartz! vorrebbe aiutare le persone a “provare la loro origine e non solo studiarla… La musica sembra essere un modo immediato di farlo”. Mehra ha dichiarato che Quartz!, in una sola settimana dal lancio della partnership, ha raggiunto 10.000 persone che si sono iscritte per avere una playlist personalizzata. Più di 10 milioni di persone avrebbe, secondo quanto si dice, acquistato per casa il test della saliva di Ancestry a $99.

Se non ci si è ancora iscritti, ci saranno ragioni di privacy per non essere tra queste persone?

Dunque, quantomeno nell’ultimo anno, è stato così. Un’indagine di ThinkProgress ha scoperto che Ancestry privava dei diritti di proprietà i titolari del DNA e i loro familiari. Nascosta nei termini d’uso del 2015, Ancestry ha richiesto la proprietà del DNA prolungata anche dopo la morte. Spedendo il DNA, si riconosce all’azienda…

…una licenza eterna, senza canoni, di uso globale e cedibile a usare il DNA, e qualsiasi DNA che verrà inoltrato per ciascuna persona da cui si riesca a ottenere l’autorizzazione legale come descritto in questo accordo, e a usare, presentare, subappaltare e distribuire i risultati delle analisi nella misura e nella forma o contesto che riteniamo opportuno su o attraverso qualsiasi media o mezzo e con qualunque tecnologia o strumento già noto o sviluppato e/o scoperto in futuro nei termini e nelle condizioni di questo Accordo e nella dichiarazione sulla Privacy

Sputando nella fialetta e spedendola, si rinuncia per sé e per la propria famiglia ai diritti sul proprio DNA. Si svincola anche Ancestry da qualsiasi richiesta di danni che la stessa Ancestry potrebbe causare, che siano intenzionali o meno: questo include denunce per diffamazione, violazione della privacy, diritto di pubblicazione, danni morali o economici. Come nel maggio 2015, il contratto continua così “anche se si smette di usufruire del sito o dei servizi”

Il report di ThinkProgress deve aver scoperto un nervo: Ancestry ha dichiarato a Spin che non avrebbe usato a lungo i termini riportati in questa inchiesta. Così in aprile, la privacy policy dichiara che i consumatori manterranno sempre la proprietà del loro DNA e dei relativi dati e che possono gestirli e cancellarli secondo le regole della privacy di Ancestry.

È solo un altro esempio del perché il diavolo è nei dettagli… oppure meglio dire tra i fitti paragrafi dei termini di legge. Bisogna essere certi di leggerli, anche quando sembra essere qualcosa di divertente come Jezebel’s Ashley Reese e il suo mix musicale tra i geni del Cameroon, Congo, Banthu del Sud, Mali, Benin/Togo, Inghilterra/Galles/Nord Europa e Irlanda/Scozia… in quest’ordine. Tutto è andato bene finché nelle isole Britanniche, ha dichiarato, le è stato servito un piatto abbastanza grande di melassa musicale. Il titolo di questa canzone: I hate my DNA now.

A ogni step, quando arriva il momento di fare, o non fare, la tua playlist Ancestry trasmette questa dichiarazione in merito al trattamento dati del DNA:

La protezione della privacy dei nostri clienti è la priorità di Ancestry. Spotify non ha alcun accesso ai dati del DNA di nessun cliente Ancestry. I clienti possono immettere manualmente le zone geografiche nel programma di creazione della playlist su Spotify e successivamente verrà creata una playlist personalizzata con canzoni di artisti delle varie aree e appartenenti a diversi generi musicali. Ogni informazione è immessa manualmente dai clienti e l’esperienza è del tutto facoltativa.

 

*Tratto dall’articolo “Spotify offers playlists tailored to your DNA” di Lisa Vaas, Naked Security

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