E’ stato durante la conferenza annuale Marketing Next di Google a San Francisco, quella in cui bigG rilascia i suoi più recenti strumenti per Ads, analytics e DoubleClick, che la società ha annunciato di essere pronta a rispondere alla domanda che assilla i marketers da anni: “Il mio marketing funziona?”
In che modo? Grazie ad uno strumento di machine learning chiamato Google Attribution che riguarderà le nostre attività di acquisto. Ora è in beta, ma verrà diffuso tra gli inserzionisti nei prossimi mesi.
Lo strumento di analisi di marketing basato sull’intelligenza artificiale (AI) ci seguirà attraverso dispositivi e canali – smartphone, desktop e probabilmente mentre stiamo facendo immersioni o cercando di fare acquisti mentre ci nascondiamo in una grotta- per vedere cosa stiamo comprando e adattarlo agli annunci che abbiamo visto. Quindi dirà automaticamente ai marketer cosa stiamo combinando.
La parte AI del puzzle sarà l’”attribuzione data-driven” – cioè la determinazione di quanto credito bisogna assegnare a “ogni passo nel viaggio del consumatore”. In quale momento ti sei fatto inizialmente prendere da quegli zoccoli Dansko o da qualunque altro brand che hai guardato? Che altro hai fatto dopo questo annuncio, che ti ha portato a fare clic per acquistare?
Quindi, lo strumento esamina il tuo girovagare online nel lasso di tempo trascorso tra quando hai guardato il marchio e quando hai comprato qualcosa – o … non l’hai fatto. Se hai deciso che gli zoccoli sono piuttosto brutti, come si confronta il tuo zigzag con quello di qualcuno che li ha effettivamente comprati? Nel linguaggio del marketing quella è l’analisi dei modelli di conversione di un account.
Google Attribution si integra con strumenti pubblicitari come AdWords e DoubleClick Search.
Se non vi piace l’idea che Google sappia cosa acquistate, dovreste essere consolati dalle rassicurazioni dell’azienda che, secondo quanto afferma Cosumerist, starebbe pianificando di anonimizzare i dati e poi di utilizzarli. Da Consumerist:
I dati non avranno il vostro nome allegato, sottolinea Google. Sono anonimi e poi vengono utilizzati, quindi ciò che vedono gli inserzionisti è che l’utente 08a862b091c379fe9767615d10873 ha visto questi 10 annunci la mattina e ha speso 27,73 dollari in un certo negozio di alimentari nel pomeriggio.
Certo, “anonimizzare” i nostri dati potrebbe consolare alcuni di noi. Non dovrebbe, però. Solo perché i dati sono anonimi, non significa che non possano essere usati per rintracciarci. Come dimostrano sia AOL che i ricercatori, rendere i dati veramente anonimi è difficile.
Se volete verificare cosa Google già conosce di voi, ha presentato uno strumento chiamato My Activity nel luglio scorso per farvelo vedere
A seconda di quale strumento utilizziamo, Google sa cosa pensiamo, ciò di cui abbiamo bisogno, ciò che desideriamo, le nostre convinzioni politiche e spirituali, la nostra età, il nostro genere, la musica che ascoltiamo, cosa guardiamo, ciò che leggiamo, dove siamo stati, dove intendiamo andare, dove lavoriamo, dove passiamo il tempo, dove viviamo, chi incontriamo, dove vendiamo, quando vendiamo, cosa acquistiamo, quanto spendiamo e quanta energia consumiamo.
Come raccoglie tutti quei dati? Attraverso la strumento di ricerca di Google, il browser Chrome, Gmail, Google News, Google+, Book Search, YouTube, Picasa, Traduzioni, Mappe, Street Views, Waze, Nest e … beh, la lista continua e cresce man mano Google acquisisce più società e più capacità di “rosicchiare” dati.
Come nota Consumerist, gli studi hanno dimostrato che richiedono solo tre pezzi di dati per identificarti attraverso la spesa della tua carta di credito o due per identificarti da una social media app.
Google dice che ora ha accesso al 70% di tutte le transazioni con carta di credito / debito negli Stati Uniti.
Naturalmente, puoi sempre disattivare la registrazione di Google ad alcune attività e potresti dirle di smettere di mostrare alcuni annunci. Ma tutte queste informazioni sono ancora là fuori, nota Consumerist, legati alla spesa della tua carta di credito.
Beh, se cerchi di cancellare quelle tracce hai bisogno di una buona dose di fortuna!
Articolo ispirato al post “Google debuts a new way to follow your footsteps around the web” di Lisa Vaas